A GIOVANNI CAPUTO

Marcello Spedicato * 27 gennaio 2005 * __Chiudimi_|x|__ (politica)


    Nell’antica Roma Imperiale era molto di moda un componimento letterario con il quale si celebrava un personaggio illustre secondo alcuni schemi retorici: l’elogio. Nello stesso periodo si usava l’arte della retorica e dell’eloquio per adulare eccessivamente, indifferentemente, amici ed avversari pur di assecondare i propri fini ed interessi (l’ottimo Ovidio nell’Ars Amandi usava l’adulazione per ricevere favori, quasi sempre sessuali, dalle potenti signore Romane) ma soprattutto per esaltare le debolezze altrui. Elogio ed adulazione erano l’arma usata da Fedro nelle sue favole per mettere in ridicolo gli avversari esaltandone i vizi e le debolezze.

Non credo che questo sia il nostro caso, pertanto mi permetto di ringraziarti per le belle parole che hai usato nei miei confronti e soprattutto nei confronti della mia famiglia.

Caro Giovanni, consentimi di rivolgermi a te usando solo il nome senza titoli accademici, mi risulterà più facile dialogare e precisare alcune cose. 
Io mi sono “sfogato” affermando che sono un socialista e non lo SDI di Veglie poiché non facendo parte del Direttivo e tanto meno della segreteria non parlo a nome dello SDI ma a nome mio.

Il fatto che si sia discusso all’interno dello SDI per riaffermare la nostra identità di socialisti, riformisti e di sinistra non è un dogma, ma la realtà a cui noi “Vecchi Socialisti” abbiamo seriamente lavorato riuscendo a ricucire molti degli strappi politici che tra noi esistevano. Mi dispiace (e non solo a me) aver fallito in un caso, ma purtroppo alcuni amici socialisti non riconoscendosi nelle linee del Partito e seguendo, invece, le indicazioni di alcuni esponenti politici provinciali hanno preferito dare vita ad un’associazione culturale di area Socialista.

A proposito delle tue domande … mi permetto di risponderti con altre domande:

- Ti ricordi qual è il mio pensiero sul canalone? Bene, non è cambiato di un solo millimetro, ma ti chiedo: la tua proposta alternativa al problema del pericolo di allagamento delle campagne, di alcuni quartieri e strade di grande transito quale è? Io, da anni e in ogni occasione, sento solo dire che il canalone non si deve fare (bella frase di Manzoniana memoria…).

- la circonvallazione: tu saresti disposto a realizzare un ponte di notevole impatto ambientale spendendo più di quanto occorso per realizzare una intera circonvallazione che tra l’altro non dà la possibilità ai contadini di accedere ai loro fondi se non correndo grandi pericoli? Non sarebbe meglio proporre un’alternativa al “ponte sulla cava” e ultimare con quei soldi, invece, il circuito stradale ancora incompleto?

- se mai ci fossero le condizioni per chiudere l’anello della circonvallazione… all’altezza dell’incrocio con la via del mare, te la sentiresti di proporre la costruzione di un ponte per by-passare l’edificio dove ora c’è il supermercato “Eurospin”? o sarebbe più utile un tunnel?

- c’è ancora l’idea di utilizzare la macchia mediterranea di Lupo Monaco acquistata qualche anno fa (inutilmente e ad un costo notevole nonostante il parere contrario di alcuni tecnici e addirittura le lettere di diffida di LEGAMBIENTE) per risolvere il problema degli insediamenti artigianali?

- dopo il palazzetto dello sport, costruito perché un gruppo di ragazzini giocassero a basket in un campo vero invece della palestra della scuola Aldo Moro (a proposito oggi se i bambini volessero giocare nel palazzetto dovrebbero pagare), per incrementare lo sport e i momenti di aggregazione dei giovani c’è l’idea di realizzare un palazzo per la palla a fuggeddhe?

…potrei continuare invece voglio dirti : caro Giovanni, non credo che si rischi il ridicolo ad essere “anti” (socialisti o comunisti) credo invece che si sia già raggiunto (il ridicolo) essendo contro qualcuno che si ritiene essere amico di qualcun altro che a sua volta è nipote di uno zio e cognato di Pinco Palla.

È ridicolo porre veti in casa di altri per guardarsi allo specchio e compiacersi della propria appartenenza; rifiutare il confronto politico additando ”l’untore” e fare finta di niente tranne poi accusare gli altri di aver consegnato Veglie a chi non sa amministrare o amministra male; è ridicolo pensare che gli altri abbiano scheletri nell’armadio; far finta che sia venuta meno la memoria storica dei Vegliesi…. questo e tanto altro è ridicolo. E ridicolo ed è anche pericoloso per la nostra cara Veglie.

Ti ricordi l’entusiasmo dei giovani che si erano aggregati intorno al primo “insieme per Veglie” e a quei seminari politici che si tenevano alla via di Salice? Erano quelli il ricambio generazionale e politico che per colpa di alcuni non sono potuti emergere, anzi, dimmi dove sono andati a finire? Quando parlo di responsabilità da assumersi, mi riferisco anche a questo! Quell’entusiasmo era il futuro del centrosinistra!

Per me, socialista innamorato di J.J.Rousseau e di Proudhomme, ma anche di S. Agostino e del decisionismo craxiano, oggi costruire il centrosinistra a Veglie, significa prima di tutto allontanarsi dallo stagno di Narciso per non caderci dentro; spogliarsi della maglietta che si indossa così che senza divise e segni di riconoscimento si possa seriamente valutare quello che di buono è stato fatto negli anni; scegliere chi può fattivamente lavorare alla realizzazione di un programma. Creare una squadra che possa durare nel tempo assicurando adeguati ricambi. Per costruire il centrosinistra a Veglie oggi non basta più scegliere un capolista che “corra” contro un altro, ma occorre costruire una squadra intorno al “capitano”. Squadra che non deve essere un insieme di nomi messi alla rinfusa contando il numero di preferenze come è stato fatto fino ad oggi ma un gruppo che possa dare al capolista il massimo supporto sia umano che di competenza specifiche. Questo è parte del progetto di governo per Veglie discusso nello SDI, e che abbiamo provato a proporre al di fuori della sezione, ma da quanto ho notato negli ultimi giorni, per colpa di qualcuno (chissà perché è sempre quel qualcuno), nemmeno stavolta ci sarà molto spazio per il dialogo nel centrosinistra. Anche stavolta sembra che i soliti Narcisi integralisti (forti dei risultati delle primarie?) non accettino il dialogo e soprattutto le proposte che non nascono dal loro vulcanico cervello, ma che potrebbero, casualmente, scaturire da un confronto politico.

Caro Giovanni, la parte finale della tua “risposta allo SDI” dice delle cose che tutti quelli che come noi hanno a cuore le sorti del centrosinistra a Veglie dovrebbero mandare a memoria ed applicare come una formuletta matematica. Tu, se hai tempo, da buon insegnante prova a spiegare, magari sillabando (come fai con i tuoi allievi cchiù tuesti), a quei pochi che disfano ciò che gli altri costruiscono che questo non è il modo giusto per costruire l’unità del centrosinistra. Il loro modo di porsi di fronte agli alleati nell’Ulivo porta alla fine del centrosinistra a Veglie.

Con sincera stima

Marcello Spedicato