6 dicembre: Anniversario della «Strage della Grottella»
Ria ai Sindaci - Grottella: un anno di
rabbia
Il dolore di una moglie - I ricordi di un
padre
RIA
AI SINDACI:
Con una lettera inviata a tutti i Comuni, il presidente della Provincia, Lorenzo Ria , ha invitato i sindaci a partecipare con il gonfalone e in veste ufficiale alle manifestazioni organizzate per il 6 dicembre dall'amministrazione di Veglie e per il 18 dicembre da quella di Copertino. Per rendere ancor più evidente il significato dell'impegno di tutti contro la delinquenza.
GROTTELLA,
UN ANNO DI RABBIA
Ci
sarà una messa, verrà scoperto un monumento. Poi tutti in corteo fino al luogo
maledetto, quello della strage, dei tre vigilantes uccisi, dei due furgoni
crivellati a colpi di kalashnikov e fatti saltare anche in aria, con
l'esplosivo. Numeri, più che agenti, più che vite, più che padri di
famiglia, quegli uomini per il commando assassino arrivato il 6 dicembre di un
anno fa sulla via della Grottella, tra Copertino e San Donato, con l'obiettivo
di prendere i soldi in viaggio sui blindati della Velialpol verso 18 uffici
postali, tre miliardi e poco più. Furono tre morti. E tre feriti.
Il
6 dicembre quella giornata verrà rievocata, per una commemorazione, a
Veglie e poi ancora il 18 a Copertino. "Affinché il ricordo non sia solo
sofferenza ma lievito, di speranza, fede e giustizia". E scritto così, in
alto, nel pieghevole che annuncia e
spiega la manifestazione dell'anniversario, organizzata dal comune di Veglie e
dalla Velialpol. Speranza, fede. E giustizia, soprattutto. Perché l'arresto di
due pastori sardi a poche ore dall'agguato - e ora c'è il processo in Assise -
non ha placato la voglia di giustizia, che da queste parti continua ad essere
enorme. Erano almeno dieci quelli che hanno trucidato Luigi Pullii, Rodolfo
Patera e Raffaele Arnesano. Il dolore diventa quesito che diventa appello
disperato. "Gli altri; anche gli altri. Dove sono? Perché non stanno in
galera?"
In
Procura non c'è segno di resa. "Capiamo il dolore dei parenti delle
vittime - spiega il pm Guglielmo Cataldi, magistrato della Direzione
distrettuale antimafia che con i colleghi Giuseppe Capoccia e Leonardo Leone De
Castris ha condotto l'inchiesta - ma l'indagine su quella tragedia non è
chiusa. Abbiamo sentito affermare che due arresti sono pochi per un fatto così
grave. Ma episodi del genere capita spesso che rimangano del tutto insoluti. E
qui invece le cose sono andate diversamente: l'arresto immediato dei sardi per
ricettazione di una delle auto usate dal gruppo; poi una loro seconda cattura
per concorso in omicidio e rapina, e questo grazie ad un lavoro con pazienza
certosina di polizia e carabinieri che, attraverso piccoli indizi, sommati e
incastrati tra loro, hanno permesso l'emissione di un'ordinanza di custodia
cautelare neppure impugnata".
Questo
dicono in Procura. Per spiegare, chiarire. Nessuna polemica per carità. - Noi
abbiamo messo il massimo impegno - aggiunge Cataldi -. Per i due pastori
l'inchiesta è stata chiusa anche per questioni di opportunità: incombeva la
scadenza dei termini di custodia cautelare. Ma l'indagine prosegue a carico di
ignoti, pronta a riprendere slancio ad ogni nuovo elemento utile". La pista
investigativa non cambia: un patto scellerato tra sardi, leccesi e brindisini.
Ma
non è solo questo - giustizia - che a Veglie, paese delle tre vittime, sede
della Velialpol, attendono ancora. C'è anche il rispetto degli impegni presi.
Lo ha ricordato pochi giorni fa Gianni Pulli, figlio di uno dei tre vigilantes:
"Lo Stato aveva promesso di attuare la legge in favore dei parenti delle
vittime di agguati di tipo mafioso. Aspettiamo ancora". Fa riferimento ad
un posto di lavoro per ogni nucleo familiare,
posto che tarda ad arrivare. Non parla per sé il giovane carabiniere.
Solo che qui, dove il danno
è stato
enorme e lacerante, si teme la beffa. Ecco.
L'appuntamento
per mercoledì 6 dicembre è alle 10, a Veglie, in piazza della Costituzione: la
messa di monsignor Rocco Talucci, la benedizione del monumento alla memoria. Poi
in corteo sul luogo dell'eccidio, per un altro monumento, voluto dai colleghi
dei tre morti. Ci saranno il sindaco Roberto Carlà, il governatore Raffaele
Fitto, il prefetto Giovanni D'Onofrio, il presidente Lorenzo Ria. Dovesse
piovere, la cerimonia si svolgerà nella Chiesa dei Santi Giovanni e Irene. Che
splenda il sole. Almeno.
IL DOLORE DI UNA MOGLIE - inizio
A
messa ogni giorno, preghiere per Luigi che non tornerà
di
FABIANA PAGELLA
Si
reca ogni giorno in chiesa, Antonietta Casavecchia, moglie di Luigi Pulli. Una
messa pomeridiana nella parrocchia della piazza grande a Veglie, e poi subito a
casa, lontano da tutti e tutto. Il 6 di ogni mese poi, una messa particolare.
Quella in onore di suo marito. La vita deve continuare, si sa, alla meno peggio,
I soldi dell'assicurazione stipulata con la Velialpol, la pensione del marito, i
proventi di manifestazioni benefiche e della solidarietà di molti, aiutano a
tirare avanti. Ma come, se si avverte, opprimente, l'assenza del compagno di una
vita, del padre dei suoi due figli?
Già,
i figli. Maria, vedova di Rodolfo Patera, ha due bambini piccoli, un maschio e
una femmina. L'unica ragione di vita accanto alla rabbia che la spinge a sperare
che gli assassini di suo marito siano scovati e puniti a dovere. Ci sono due
bimbi a cui spiegare l'assenza del padre, risposte da dare a domande insidiose e
spesso poco opportune. In comune per queste vedove, la necessità di essere
lasciate in pace, lontano dai riflettori di inevitabili quanto inutili, almeno
per loro, eventi mass-mediatici. Un po' di pace per quanto possibile, almeno
quella...
Il
clamore della tragedia che fu non si stempera in una quotidianità difficile da
sopportare. E così il silenzio diventa rifugio. Da rispettare.
I RICORDI DI UN PADRE - inizio
Quelle
visite in banca cercando un figlio che non c' è più
A
Torre Lapillo, nella rivendita di tabacchi di Luigi Arnesano, padre di Raffaele,
c'è un poster affisso al muro. Una foto che ritrae il giovane, sorridente, a
cavallo. È così, con un'immagine semplice eppure carica di vitalità, che il
padre, il fratello, la madre e tutti i familiari vogliono ricordare lui,
Raffaele. Felice. Disponibile con i clienti quando nel tempo libero, soprattutto
d'estate, dava una mano in negozio. Un gran lavoratore, sicuramente.
Il
suo ricordo è vivo e presente nel cuore e negli occhi di Luigi, che spesso si
reca alla filiale della Banca 121 a Porto Cesareo. E lì che Raffaele prestava
servizio come vigilante. E lì che il padre vuole ancora immaginarlo, con la
divisa e lo sguardo intenso color del mare. Come se il tempo si fosse fermato.
Anche Romina, giovane vedova del ragazzo, lo ricorda così. Semplice e
scherzoso, con la battuta pronta anche quando era stanco. Ma ricorda soprattutto
il sogno incessante di aver presto un bambino, lei e il suo giovane marito. Quel
desiderio infranto che rimarrà per sempre nel cassetto. Così si va avanti
nella disperazione del ricordo, aggrappandosi a frammenti di vita vissuta per
sperare ancora che nulla sia cambiato. In attesa che Raffaele rientri in casa.
Come ogni giorno prima di quel maledetto giorno.
Fa.Pa.
Da il Quotidiano di Lecce del 5.12.2000