E' guerra: tutti contro l'assessore.
Ma lui replica: "Non mi dimetto"
dal Quotidiano di Lecce, 1.08.2001
Che l'aria fosse irrespirabile, negli ambienti politici di Veglie, lo si
sapeva da tempo. Da quando in particolare, alcuni mesi fa, l'assessore ai
lavori pubblici Claudio Paladini, aveva preso le distanze dal circolo
locale di An che resta comunque la sua compagine di appartenenza,
dichiarandosene poi indipendente lo scorso
25 luglio. Una scelta ponderata, quella di Paladini, e maturata
«nell'esigenza di rimanere fedele alle linee di Mario De Cristofaro
perseguendo una politica improntata alla moralità, trasparenza e
legalità», come lui stesso afferma dopo mesi di silenzio.
Un trinomio imprescindibile, per l'assessore, irrimediabilmente minato «da
interferenze a livello di circoli e partiti da cui sono equidistante, per
evitare che qualcuno possa pilotare e strumentalizzare determinate scelte
politiche». Seppur pacate, tuonano fragorose le dichiarazioni di Claudio
Paladini, messe negli ultimi tempi alla berlina da "ex colleghi" ed
avversari del centrosinistra stranamente coesi tra loro nel chiedere le
sue dimissioni.
«Come mai il direttivo locale di Alleanza Nazionale ed il centrosinistra
vogliono entrambi la mia testa? - si chiede il
professionista - questo è strano e lascia pensare che forse la trasparenza
non è di questo paese né di questo consiglio».
E tra beghe di palazzo, personalismi e alleanze sotterranee, spunta una
ridda di ipotesi sulle cause del ferrato "uno contro tutti" che ha
sconvolto gli equilibri di palazzo di città portando addirittura Lorenzo
Catamo (An) assessore agli affari generali del comune di Veglie, ad
abbandonare l'aula consiliare venerdì scorso in seguito al rifiuto del
sindaco azzurro, Roberto Carlà, di rimettere il mandato di Paladini. Un
assessorato per così dire "scomodo", quello ai lavori pubblici, intorno al
quale ruotano non pochi interessi. Ma l'assessore indipendente non si
lascia intimorire da polemiche e accuse stampate sui manifesti che lo
tracciano di incapacità e non solo.
«Le opere pubbliche sono condizionate dal bilancio - spiega - e
necessitano di iter tecnico-burocratici molto lunghi. Non ho dormito
finora, ho solo cercato di non svolgere i miei compiti in maniera
superficiale».
Fabiana Pacella