il titolare dell'azienda:
"una miccia difettosa, temevo fosse morto"

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dal Quotidiano, 24 luglio 2001 * 

 

Il titolare dell'azienda:
"Una miccia difettosa, temevo fosse morto"
 

 

«Temevo che Beniamino fosse morto, sono corso subito a vedere, non si è capito più niente...».

Ancora sconvolto un operaio della ditta "Panarese" non riesce a darsi pace. «Mamma mia - farfuglia - che brutta disgrazia! Ho avvertito la moglie di Beniamino subito dopo l'accaduto. Non è stato facile, mio Dio...».

I1 telefono dell'impresa, quello degli uffici di via Convento, squilla in continuazione. La notizia dell'incidente, di cui è rimasto vittima Beniamino De Pascalis, si è trasformata in poche ore in una vera e propria eco. Solidarietà per lui e sgomento insieme. Giuseppe Panarese, uno dei titolari della ditta, conosciuto in paese, col nomignolo di "Pippi": «Non so che dire - commenta a voce bassa, visibilmente provato per la tragica fatalità che ha colpito il suo dipendente - non so come possa essere successo, la miccia... forse. Era una, probabilmente era vuota all'interno, è bruciata in fretta e c'è stata quell'esplosione. Eppure era tutto in regola, come sempre».

 

I soccorsi sono arrivati subito, fortunatamente. «A dire il vero - aggiunge Giuseppe Panarese - Beniamino si è soccorso da solo. Non ha perso il controllo, è rimasto in piedi benché stesse sanguinando». Si ferma l'uomo, nel ricordo di quelle sequenze convulse. «Ho preso l'automobile per trasportarlo in ospedale. In certi frangenti davvero rischi di non capire più nulla. Infatti, poco dopo mi sono reso conto che a pochi metri da noi c'era la sede della protezione civile "Ser Veglie" ed abbiamo quindi optato per il trasporto in ambulanza».

 

Erano in tanti, alla cava ieri mattina, tutti hanno visto, tutti ricordano quei terribili fotogrammi. Ce li ha negli occhi Luigi Panarese, altro titolare dell'impresa e fratello di Giuseppe. «Come potevamo immaginare un simile accaduto? - si chiede - non era mai successo prima in tanti anni. Beniamino De Pascalis, è un "fuochino" esperto. E' stata una fatalità, un incidente - continua a tormentarsi Luigi -  Beniamino è con noi da tre-quattro anni, è molto preparato, abile, veloce. Ha svolto sempre le stesse operazioni: uno o due detonatori da far scoppiare per ricavarne materiale e poi altri da smaltire. Si comprano in confezioni da dieci, quelli, ma ogni volta ne occorrono uno o due al massimo e gli altri si devono poi far brillare. Funziona così».

L'operaio aveva la licenza richiesta per fare quel mestiere, da tempo, ma ieri, qualcosa non è andato per il verso giusto. «Aveva fatto tutto in dieci minuti al massimo - precisa Luigi - , ma quella miccia lo ha tradito. Era vuota, si è consumata subito e poi...».

E poi il botto. Ora rimane lo sconcerto, ma soprattutto il bisogno di stare vicini alla vittima ed ai suoi familiari riuniti da ieri mattina intorno ad un letto di ospedale.

Fabiana Pacella