San Valentino

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da: Dania, 10 febbraio 2002 * "Articoli Vari"

 

San Valentino, festa degli innamorati

Quanta freschezza, quanta tenerezza emanano intorno i giovani innamorati! Chi oserebbe non sorridere bonariamente di fronte ai tanti nostri fidanzatini di "Peynet"? Chi non verrebbe disarmato dai loro teneri sorrisi, dai loro sguardi persi l'uno nell'altro e non spenderebbe in loro favore due parole o un pensiero di fiducia per il domani? Chi non vorrebbe aiutarli a costruirsi, ora che lo possono, un'enorme riserva di fiducia, tenerezza, simpatia e amore, alla quale poter attingere in futuro, nei momenti di bassa?

Quattordici febbraio: sono due omonimi i Santi commemorati dalla Chiesa in questo giorno, uno sacerdote e martire, l'altro vescovo e martire, ma, conformemente alla propria tradizione, alcuni fedeli sono devoti al primo, altri al secondo, tutti riconoscendo nel loro San Valentino martire, il patrono degli innamorati.

Un santo protettore per gli innamorati! Davvero, se non ci fosse, lo dovremmo inventare. Perché questi giovani che s'incamminano mano nella mano, per percorrere insieme un tratto di strada , intenzionati a  crescere e maturare insieme,  sperando di poter poi guardare ancora  più avanti, fino a pronunciare "per sempre", avranno bisogno di qualcuno che li sostenga, che li protegga, perché la strada della vita volge verso la salita, verso sentieri, a volte, impervi.

Mamma, ma la zia vuole bene al suo bambino? Sii? Allora, perché lo ha mangiato? Questa la curiosa domanda-deduzione di una bimba accortasi del mutare del corpo della zia  per il mistero della maternità.

E' questa stessa domanda che a volte bisognerebbe volgere a tante brave persone, in riferimento al loro ruolo di coniugi: "Dimmi, se lo amavi, se la amavi, metaforicamente, perché l'hai mangiata la tua dolce metà?"

Amare non significa prendere l'altra persona e trasformarla, piano piano, a propria immagine e somiglianza, fino a farne un secondo ego. Amare non significa imporre e pretendere, ma neppure solamente dare. Amare significa anche imparare a ricevere, ad accettare l'amore dell'altro, così, come la sua indole lo porta ad esprimersi.

L'hai mangiata, annichilita, annullata, la tua dolce metà.  Come e quando può essere avvenuto lo scempio?

...  ogni volta che hai rifiutato il suo modo di essere: quello stesso modo, che pure ti aveva colpito, che ti aveva indotto a sceglierla, che ti aveva fatto innamorare.

...ogni volta che, noncurante  della sua riservatezza,  hai voluto raccontare ad altri cose intime, solo vostre.

... quando, hai preso ad odiare la sua  semplicità e avresti voluto la trasformasse, così, di punto in bianco, in sofisticatezza  e  in  prorompente sessualità.

... tutte le volte che hai frenato il suo desiderio d'immergersi nel sociale, per arricchirsi  d'esperienza umana dando un aiuto al prossimo, col pretesto che avrebbe rubato tempo alla famiglia,.

...quando l'hai umiliata, dandole dell'incapace, perché in ufficio non è riuscita ad ottenere quella promozione toccata ad altri.

...quella volta che pubblicamente hai dichiarato che era un peso morto, che aveva le mani bucate,  che se non fosse stato per te,  per la tua lungimiranza e accortezza, tutto sarebbe andato a rotoli.

...ogni volta che hai voluto dimostrare la tua bravura contro la sua incapacità, la tua cultura contro la sua ignoranza, la tua vitalità contro la sua indolenza, la nobiltà della tua discendenza conto l'umiltà della sua, la tua realizzazione contro la sua rassegnazione.

...ogni volta... ogni volta...

e potremmo continuare all'infinito, scoprendo così le tante energie che,  anziché essere spese  per un percorso di  maturità, di completamento, di solidarietà e di amore, sono state impegnate nella  difesa personale, e per non morire dentro, nella  costruzione di una  corazza impenetrabile, dove rinchiudersi,  singolarmente.

Per chi ha, nonostante tutto,  continuato ad amare, arriverà un diverso domani, quando la serenità derivante  dal sommarsi degli anni regala un più  generoso modo di porsi verso l'altro.  E qui, ancora una volta e più di prima, occorrerà invocare  la supervisione del Santo Protettore, perché l'arte di ricucire gli strappi, (e qui vien da sé che una dura  esercitazione non può che essere deleteria),  resta  difficilissima e  necessita d'energie  superiori.

Dania

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