La logica del comune cittadino
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da: C. Penna, 02 agosto 2003 * "Liberi Pensieri"
La logica del comune cittadino Prendo spunto da alcune considerazioni di Dania: "Se l’intenzione del cronista era quella di dare, con tale accorata testimonianza, enfasi agli avvenimenti, per mettere in maggiore evidenza il dramma delle persone che rischiano di perdere il posto di lavoro a causa di una circonvallazione, forse mal progettata, che costringe una ditta a ridimensionare la sua produzione e quindi le maestranze, ha sbagliato persona, perché il dramma del De Pascalis è a monte ed è a sé. La sua tragedia spicca, fuoriesce da quell'insieme. Si stacca dal dramma degli altri - che pur meritano tutto l'appoggio e la solidarietà - per trascinare l’interesse dei lettori, i loro pensieri e i loro sentimenti, indietro nel tempo, puntando sulle ripercussioni umane, che vanno al di là della nuda cronaca..." Parlando con amici, sembra che la maggior parte di noi abbia avuto la stessa impressione di Dania, ma nessuno ha osato dirlo pubblicamente. E' dispiaciuto molto leggere quell'articolo sul Quotidiano, perché è sembrato chiaramente un voler distogliere l'attenzione e pilotarla verso una direzione ben precisa. Più di qualcosa, in queste ultime vicende, danno una strana impressione, una strana atmosfera... sa di commedia, non shakespeariana - che è molto ben studiata quest'ultima - ma nostrana. Il rappresentante dei lavoratori che intende gettarsi dal balcone del Comune, l'intervista a Beniamino De Pascalis, la cronista che mette tutto sul patetico enfatizzando continue "lacrime agli occhi...". Insomma sembra proprio che la dignità personale sia diventata una merce o qualcosa con cui giocarci sopra, qualcosa senza valore. Qualcuno dal Comune dichiara che "ci siamo trovati davanti ad una piccola ed evidente deviazione a destra che sembra voler deliberatamente andare a finire nella cava che prima veniva evitata", poi diventa una "impercettibile deviazione a destra che non esiste in nessun progetto"...
Il problema del lavoro e dei licenziamenti è un problema
serio e grave, ma da risolvere con altrettanta serietà e la cittadinanza
non deve esserne esclusa. Quasi da nessuna parte si è levata una voce di difesa della comunità vegliese. La circonvallazione è un bene pubblico, soltanto Luigino Sergio, direttore generale di Palazzo dei Celestini, ha avuto qualche parola in difesa della comunità vegliese concludendo «la conferma della rilevanza pubblica del progetto e del valore dello stesso in termini di bilanciamento tra costi, diretti e indiretti, e benefici».
Dovremmo
cominciare a pensare in termini di "comunità", di "bene pubblico", di
gestione "pubblica". Dovremmo cominciare a prendere sul serio i
programmi elettorali di chi si propone alla guida del paese. Nel "Programma
politico-amministrativo della lista: "Idee
nuove per Veglie" con candidato sindaco Roberto Carlà vi è l'«allegato
alla documentazione delle candidature per l'elezione del consiglio
comunale di Veglie del 16 aprile 2000» nel quale,
tra gli obiettivi del settore urbanistico, ambiente e salute pubblica del quinquennio amministrativo 2000/2005 si legge:
E' ovvio che gli obiettivi sono tanti, perché poi ci sono
quelli degli altri settori, ma adesso che qualche nodo viene al
pettine non si può assumere una posizione così poco, non si può
approvare la circonvallazione, poi inaugurarla, poi
affermare
"Certo è che la nostra comunità rischia di vedere vanificate le sue
aspettative. Questa è un'opera che, se completata nella sua interezza,
consentirà lo snellimento di un traffico interno divenuto, ormai, assai
problematico. Il nostro sistema viario cittadino non è più adeguato alle
necessità attuali", poi chiedere di fermare i lavori per una
impercettibile deviazione, poi.... |